Fattori di richio
Con il termine “fattori di rischio” si intendono le condizioni personali o ambientali che predispongono ad ammalarsi e che aumentano quindi il verificarsi di questa grave patologia; possono essere classificati in non modificabili e modificabili.
NON MODIFICABILI
- ETA’: l'incidenza di ictus aumenta con l'età, raddoppia ogni decade di vita dopo i 55 anni e aumenta quasi esponenzialmente dopo i 65
- EREDITARIETA’ E STORIA FAMILIARE: avere un parente diretto (un genitore, un nonno, una sorella o un fratello) che è stato affetto da questa malattia comporta un rischio maggiore rispetto a chi ha familiarità negativa per ictus
- ETNIA: la popolazione di colore ha un maggior rischio di avere un ictus rispetto alla popolazione caucasica perché ha un alto rischio di ipertensione arteriosa, diabete e obesità
- SESSO: quello maschile è lievemente più colpito, specie nelle fasce di età più giovani, in quanto le donne sono protette dagli ormoni sessuali almeno fino alla menopausa, ma più della metà dei decessi per ictus si verificano nelle donne. Dopo i 65 anni l’incidenza è la stessa, mentre dopo gli 80 risulta maggiormente affetto dalla patologia il sesso femminile, soprattutto perché le donne vivono più a lungo e sono perciò più numerose
- STRESS e ambiente in cui si vive.
MODIFICABILI
(con comportamenti adeguati o specifici trattamenti farmacologici)
- IPERTENSIONE ARTERIOSA: è con la Fibrillazione Atriale il principale fattore di rischio per l’ictus; si parla di ipertensione quando i valori della pressione si mantengono costantemente sopra i 140 di massima e gli 85 di minima
- FIBRILLAZIONE ATRIALE: è un’aritmia, spesso asintomatica (non viene avvertita), che causa dell’ictus ischemico. Controllare il battito cardiaco al polso o misurare la pressione con apparecchi specificatamente previsti e clinicamente testati per lo screening della fibrillazione atriale.
- DIABETE MELLITO: si definisce quando i valori degli zuccheri nel sangue (glicemia a digiuno) superano i 126 mg/dL
- IPERCOLESTEROLEMIA: livelli oltre la norma del colesterolo LDL (cattivo) e dei trigliceridi determinano l’incremento del rischio per ictus in proporzione all’aumento dei loro valori
- FUMO DI SIGARETTA: aumenta di due - tre volte il rischio di ictus e dipende dal numero di sigarette fumate al giorno e dal numero di anni in cui si è fumato
- CARDIOPATIE: essendovi una stretta correlazione tra cervello e cuore, aritmie cardiache,
- ALTRO: la presenza di protesi valvolari, un recente infarto miocardio, un'endocardite infettiva o il forame ovale pervio, sono condizioni che aumentano il rischio di ictus, soprattutto ischemico presenza di PLACCHE ATEROMASICHE a livello dei grossi vasi del collo (stenosi carotidea)
- OBESITA’: favorisce l’insorgenza del diabete
- RIDOTTA ATTIVITA’ FISICA
- EMICRANIA
- PILLOLA ESTROPROGESTINICA: sono a rischio le donne che la assumono e soffrono di emicrania e/o sono fumatrici
- ABUSO DI ALCOOL: mentre una quantità moderata di vino rosso (mezzo bicchiere ai pasti) può essere un fattore protettivo, l’eccesso di alcool causa l’effetto contrario, aumentando il rischio di ictus.
Ci sono inoltre altri fattori di rischio quali:
- i T.I.A.
- gli attacchi cardiaci. Avere avuto un infarto cardiaco predispone ad un alto rischio di avere anche un ictus, perchè queste due patologie hanno in comune molti fattori di rischio quali l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il fumo, l’inattività fisica e l’obesità.
- Alcuni casi di ictus possono essere il sintomo di un disordine genetico come il CADASIL, che è un’encefalopatia causata dalla mutazione di un gene che porta un danno nella parte del vaso cerebrale, bloccando la circolazione del sangue. Molti individui affetti da CADASIL hanno una storia familiare di malattia e ogni bambino nato da genitori con questa patologia ha il 50% di possibilità di ereditare tale disordine.
- Esistono infine altre patologie sempre di origine genetica più rare che possono portare all’ictus, che colpiscono una parte minima della popolazione.
Prevenzione
Nella fase asintomatica, cioè prima che si manifesti la malattia si parla di prevenzione primaria.
Quando ci sono stati i primi campanelli di allarme, cioè dopo un primo TIA si tratta di prevenzione secondaria.
Per prevenire una recidiva quando si sia verificato un primo ictus: prevenzione terziaria.
In tutte e tre le situazioni, le tappe fondamentali sono:
- controllo dei fattori di rischio;
- cambiamento delle abitudini alimentari;
- cambiamento dello stile di vita;
- cure mediche quando non siano sufficienti gli interventi comportamentali.
Ma come comportarsi? Oltre a controllare periodicamente la pressione arteriosa, la fibrillazione atriale, i valori di glicemia e colesterolemia, bisogna in generale:
- astenersi dal fumo;
- non eccedere con il consumo di alcolici;
- seguire la dieta mediterranea (ridurre il sale nei cibi ed evitare una dieta eccessivamente ricca di grassi di origine animale come i derivati del latte, carni grasse, salumi);
- fare regolare attività fisica (è sufficiente praticare abitualmente un moderato esercizio fisico, come camminare, fare le scale, ballare, andare in bicicletta o in piscina: attività praticabili a tutte le età).
Ricapitolando, l’ictus si può prevenire e una quota non indifferente di casi (oltre 3 su 4) potrebbe essere evitata, seguendo alcune semplici norme di vita sana e identificando i fattori di rischio individuali, modificandoli in misura personalizzata.
Almeno 2 volte l'anno è consigliabile provarsi la pressione arteriosa in modo tale da svelare un'eventuale ipertensione arteriosa latente e misconosciuta. Unitamente alla misurazione della pressione arteriosa è raccomandabile verificare la presenza o meno di fibrillazione atriale sentendo il battito con la palpazione del polso o misurando la pressione con apparecchi specificatamente previsti e clinicamente testati per lo screening della fibrillazione atriale.
Chi soffrisse già di ipertensione arteriosa:
- deve monitorarne attentamente i valori per adeguare eventualmente la terapia
- tutte le volte che si misura la pressione controllare la presenza o meno della fibrillazione atriale come descritto precedentemente
- almeno 1 o 2 volte l'anno è consigliabile che effettui la misurazione della glicemia per svelare un eventuale diabete latente o una semplice intolleranza ai carboidrati (stato che precede il diabete e che può essere corretto semplicemente con dieta e attività fisica).
Chi fosse già diabetico:
- deve controllare spesso i valori glicemici e attenersi scrupolosamente alla dieta e alle terapie prescrittegli
- dovrebbe smettere di fumare
- è consigliabile che controlli almeno 1 volta l'anno i valori di colesterolo nel sangue; se elevati dovrà seguire una dieta povera di grassi e, se necessario, assumere una terapia per ridurre i livelli di colesterolo.
Chi è affetto da cardiopatie, in particolare da fibrillazione atriale:
- dovrà seguire una terapia antiaggregante o anticoagulante orale, per diluire il sangue e ridurre il rischio di ictus cerebrale embolico;
- è consigliabile che svolga attività fisica costante, almeno 2-3 volte alla settimana: non è necessario fare attività impegnative, è sufficiente camminare a passo sostenuto
- è consigliabile che si alimenti in modo corretto scegliendo cibi non troppo ricchi di grassi e di sale. Adottare una sana dieta mediterranea è comunemente considerata un’efficace prevenzione dell’ictus!
- è consigliabile che non ecceda con il consumo di alcoolici, anche se mezzo bicchiere di vino rosso a pasto si può bere.
Un'alimentazione corretta e un'attività fisica costante permettono di mantenere anche un adeguato peso corporeo. Anche l'obesità è infatti un fattore di rischio per ictus.
Fra i giovani, in particolare fra le donne, chi soffrisse di emicrania dovrebbe evitare di fumare e di assumere la pillola estroprogestinica, poiché, in questo modo, ridurrebbe significativamente il rischio di ictus cerebrale.
Chi ha già avuto un ictus cerebrale deve :
- almeno 2 volte l'anno effettuare le visite di controllo programmate sia dal neurologo che da altri specialisti, come ad esempio il cardiologo,
- deve eseguire gli esami strumentali di controllo che gli vengono richiesti, quali ad esempio: l’Ecocolordoppler dei vasi del collo, il Doppler Transcranico, l’Ecocardiogramma.